BANGIOS

Bangios: insediamento della​ curatoria Anglona, nell'attuale territorio di Perfugas

Denominazioni alternative
Bonhos, Banchos, Bangi

Localizzazione geografica
IGM foglio 442 sezione II - Perfugas, scala 1:25.000; altitudine ca. 50/80 metri s.l.m. - toponimi segnalati: Riu Anzos; Spirito Santo; S. Giorgio (rudere)
Si trovava circa 2 km a sud-sudest di Perfugas. L'area più pianeggiante, attraversata dal fiume e che si estende intorno al rudere della chiesa dello Spirito Santo, è caratterizzata da orti e vigne, mentre, il territorio più accidentato, che si estende intorno ai resti della chiesa di San Giorgio, è in parte boscoso ed adibito al pascolo. In particolare, intorno a questa chiesa, si trovano diverse emergenze archeologiche, tra cui l'imponente nuraghe Niedda e l'omonima fonte sacra nuragica. E' chiaro il significato del toponimo, che deriverebbe dal latino "Balneum", per la presenza di sorgenti di acqua calda, che hanno favorito l'insediamento umano, sin dalle epoche più remote
Antica diocesi di appartenenza: Ampurias

Notizie e documenti storici
La prima attestazione dell'esistenza, risulta in un atto firmato nel 1321, presso la stessa villa. Nelle Rationes decimarum del 1341, "Martino de S. Cicilia canonico e rectore de Bonhos", versa a Georgio Capa, delegato della riscossione dei tributi per la Santa Sede, 3 libbre e soldi X di alfonsini; l'anno successivo, lo stesso canonico, paga 15 libbre ed in tale occasione, il villaggio è riportato con il nome di Banchos. La villa, che apparteneva alla Diocesi di Ampurias, è elencata nel 1349 tra i possedimenti dei Doria e nel 1353 viene infeudata insieme a Perfugas, a Jaspert de Campllonch. Nel 1388, è rappresentata in occasione della firma di pace tra il Giudicato d'Arborea e la Corona d'Aragona e questa pare essere l'ultima attestazione dell'esistenza di Bangio, che dovette spopolarsi entro gli anni Venti del Quattrocento. Gli abitanti certamente confluirono a Perfugas, che secondo la tradizione,  ma non nella realtà, venne fondata dai superstiti di questo villaggio, il quale aveva una notevole estensione territoriale, al cui interno si trovavano alcuni minuscoli insediamenti, come Donnigaza, confinante con la Gallura, e Ortana, riportato dalla tradizione, nel sito dell'odierna borgata di Sa Mela, ora in territorio di Erula. Sempre la tradizione, parla di una città chiamata "Tattari Mannu" (Sassari Grande), per via del cospicuo numero di chiese appartenenti a Bangios, ben cinque. Quattro di queste erano tra loro assai vicine, mentre San Giorgio, che intorno presenta i resti di una quindicina di abitazioni, era decentrata di oltre mezzo chilometro e poteva essere il fulcro di un centro satellite
Il Fara, alla fine del cinquecento, conferma lo spopolamento del sito, riportato anche dall'Angius con un po' di confusione, il quale segnalò intorno allo Spirito Santo, i resti di abitazioni, ma che ubicò Bangios in agro di Nulvi. Anche Vicente Mamely de Olmedilla, nella relazione sugli Stati d'Oliva, pubblicata nel 1769, indica il sito di Bangios, con San Giorgio ed altre chiese, attorniate da resti di case e caratterizzato dallo sgorgare di acqua tiepida ferruginosa

Luoghi di culto
Cinque le chiese, delle quali San Giorgio Vescovo e lo Spirito Santo, che avanzano di consistenti resti. Gli altri edifici sacri, sono ora scomparsi e non documentati direttamente ma riportati dalla tradizione ed almeno due  di questi, dalla relazione Mamely, che comunque non li nomina; erano Sant'Andrea, San Nicola e Santa Maria di Interrios, altrimenti detta Nostra Signora de Anzos, la quale, segnalata indirettamente nel citato documento del 1321, era forse la parrocchiale. Inoltre, il toponimo "Piscobia" ed un fondazione quadrangolare all'interno dell'omonimo mappale, suggerirebbe l'esistenza in passato di un palazzo episcopale, possibile sede vacanziera del vescovado ampuriense 
Nella mappa, le chiese sono segnalate: "Spirito Santo" (non è specificato rudere) e "San Giorgio (rov.e)"
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Per la realizzazione della scheda è stato consultato il testo "Anglona medioevale" di Mauro Maxia - info sulla pubblicazione