breve storia della sardegna giudicale

Alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, avvenuta nell'anno 476 d.C. la Sardegna viene conquistata dai Vandali, i quali ne tengono il possesso sino al 535, anno in cui sono scacciati dalle armate di Bisanzio, che impone la propria influenza politica e religiosa, introducendo usi e costumi orientali

Divenuta provincia bizantina, l'Isola è soggetta a continui attacchi da parte dei Musulmani che riescono a conquistarne la parte meridionale per un breve periodo (750 - 800 ca.). Purtroppo le fonti scritte relative a questi secoli sono assai limitate e dal poco che ci è dato sapere, i Bizantini, incapaci di fronteggiare la difesa della Sardegna, la lasciano nell'VIII secolo. La popolazione locale è costretta ad affrontare in proprio le incessanti minacce e scorrerie piratesche e per poter far ciò viene riorganizzato l'assetto politico e geografico, con la spartizione del territorio in quattro parti, che prendono il nome di Giudicati o Regni (Arborea, Gallura, Karalis, Torres), una sorta di piccoli Stati, governati ognuno da un proprio sovrano, chiamato judex, giudice. Ciascun Giudicato è suddiviso in Curatorie o Partes, sedi amministrative locali alle quali fanno da corollario una miriade di piccoli villaggi, ville, il cui numero esatto è tuttora imprecisato

Gli judikes, personaggi assai lungimiranti, nonostante le scarse risorse economiche riescono ad avviare importanti progetti di valorizzazione terriera e spinti anche dalla fede cristiana, chiamano i grandi ordini monastici europei a gestire immense aree rurali, zone di pesca e raccolta del sale. Nel 1065 arrivano i Benedettini di Montecassino, seguiti dai Vittorini di Marsiglia, dai Vallombrosiani, dai Camaldolesi ed infine dai Cistercensi. Ai religiosi vengono donati piccoli e grandi luoghi di culto, con abbazie e monasteri annessi, oltre a villaggi, fattorie e servi che lavorano alle loro dipendenze per il miglioramento fondiario di lande scarsamente sviluppate. Grazie alla loro presenza il tenore di vita generale migliora e così il numero della popolazione; vengono introdotte nuove coltivazioni, innovative tecniche d'allevamento e lavorazioni artigianali; importante è ovviamente l'opera missionaria che si preoccupa della formazione spirituale della gente, talvolta ancora dedita a pratiche pagane. E proprio in questi periodi si sviluppa lo stile romanico che caratterizza numerosi splendidi monumenti,  i quali risultano essere praticamente gli unici esempi artistici della Sardegna medievale

L'Isola fa gola anche a Pisani e Genovesi, che si alleano con i giudici; le due repubbliche marinare, in cambio di protezione militare ed alleanze commerciali, prendono possesso di città, castelli, porti e miniere e contemporaneamente mirano a mettere fine ai governi locali. Nel 1200 si estingue il Giudicato di Gallura, nel 1258 quello di Cagliari e l'anno successivo scompare il Regno di Torres. Nel 1297, papa Bonifacio VIII, arbitrariamente crea il Regno di Sardegna e Corsica, affidandolo alla Corona d'Aragona, che nel 1323 decide di prendere possesso dell'intera Isola, sbarcando in armi; e dopo quasi un secolo, riesce nell'intento, con la sconfitta dell'ultima eroica resistenza compiuta dal Regno di Arborea, che si opporrà strenuamente sventolando il vessillo dell'albero deradicato, sino alla battaglia del 1409, con la quale svanisce il sacrosanto diritto d'autonomia del popolo Sardo, quasi mai padrone in terra propria   

Durante questo lungo periodo di conflitti ed effimere paci contro i nuovi invasori, tantissimi borghi si spopolano, vengono abbandonati, scompaiono a centinaia per le cause più svariate: carestie, pestilenze, battaglie, predazioni da parte degli eserciti. Quanti erano questi villaggi? Cosa ci è rimasto di essi? Cercheremo di scoprirlo analizzando e ricercando documenti, studi e testi ma soprattutto affidandoci al Vostro prezioso contributo che arricchirà il sito, nato con l'intento di far conoscere al grande pubblico un aspetto poco noto del nostro passato