​CUNZADU

Cunzadu: insediamento della​ curatoria Costa de Addes, nell'attuale territorio di Bonorva

Denominazioni alternative
Cuniatu, Cimhiatu, Coniato, Coriafo, Coriaso, Coyaco, Conyaco, Siniato, Simato, Cungiadu
 
Localizzazione geografica e situazione attuale
IGM foglio 498 sezione IV - Semestene, scala 1:25.000 ca. 620 metri s.l.m. - Toponimi segnalati: S.Maria.
Si trovava a poco più di 2 km in linea d’aria a sud-sud-est di Bonorva, nell’omonima valletta che dalla Statale 131 degrada verso il confine col territorio comunale di Semestene ed è attraversata dal Riu Ambiddas, denominato anche Intrecorra de Cunzadu. A ricordo dell’insediamento rimane il rudere della sua chiesa, che ha mantenuto lo stile romanico. L’area intorno è pressoché incolta e perlopiù adibita a pascolo
Antica diocesi di appartenenza: Sorres
 
Notizie e documenti storici
Troviamo le prime attestazioni nel Condaghe di San Pietro di Trullas, che risale al XII-XIII secolo e  riferimenti indiretti relativi a un cognome  (Petru de Guniatu), sono riportati nello stesso registro e in quello di San Pietro di Silki (Simone de Cuniatu). Conosciamo inoltre i rettori che amministravano la sua chiesa, negli anni 1341 (Giovanni Dote) e 1346-50 (Pietro de Lacon), i quali versarono le decime alla Santa Sede e a parte la citazione nelle Taxationes del 1350 ca. non vi sono ulteriori testimonianze dell’insediamento, che non compare tra i centri firmatari della pace del 1388, stipulata tra Eleonora d’Arborea e Giovanni I d’Aragona, per cui è pensabile una sua scomparsa, almeno come entità giuridica, prima di tale data, come conseguenza a vari accadimenti, quali la battaglia di Aidu de Turdu, combattuta nel 1347, a cui l’anno seguente seguì la Peste Nera e alla distruzione dei villaggi di Rebeccu e Bonorva, avvenuta nel 1353, con la conseguente fondazione dell’effimero abitato di San Simeone, nato per accogliere gli sfollati di tali centri e probabilmente anche gli stessi abitanti di Cunzadu, che in tale luogo potevano sentirsi più al sicuro
Nessuno degli ben noti autori cinque e seicenteschi, menziona questo villaggio e dobbiamo attendere le relazioni di Vittorio Angius, che nel dizionario Casalis, nel 1834 riportava:  “Presso Santa Maria de Cudànzu trovansi indizi d’altra antica popolazione, frantumi di mattoni, e di antichissime stoviglie, piante di edifizi, e presso alla chiesa nel 1830 si scoprì una pentola piena di medaglie erose d’imperatori, imperatrici,  e cesari, moltissime delle quali furono collocate nel medagliere del museo cagliaritano … nei siti d’intorno si poterono aprire molte tombe, dove trovaronsi osse, lampadi, orciuoli, monete , anelli, ecc.”; questa descrizione si ricollega alla tradizione locale che sostiene l’esistenza della “grande città romana di Truddas”, composta da sette quartieri, uno dei quali identificabile appunto con Cunzadu
In seguito, il Lamarmora, nel suo “Itinerario dell’Isola di Sardegna” menzionava resti di costruzioni romane e rinvenimenti di anticaglie, nei pressi della chiesa di “Santa Maria de su Codazzu”, che potrebbe riferirsi a questa zona ma, come ritengono alcuni studiosi, il richiamo si sarebbe riferito a “Santa Maria de su Pedazzu”, chiesa ora scomparsa e antica parrocchiale della villa di Addes, che si trovava nei pressi della frazione di Rebeccu
Alcune fonti locali del secolo scorso, riportavano l’usurpazione del simulacro di Santa Maria e dei territori di Cunzadu, da parte dei bonorvesi a danno dei semestenesi, ai quali invece erano state donate le pertinenze territoriali, ma ciò potrebbe essere solo un racconto popolare, perché nella definizione dei confini comunali tra i due paesi, avvenuta nel 1848, tali pertinenze andarono a Bonorva, senza alcuna pretesa da parte di Semestene
 
Luoghi di culto
La chiesa, dedicata alla Madonna della Neve, è un rudere del quale si apprezzano i tratti ancora in piedi, in stile romanico. Da una relazione del 1880, si apprende il suo stato rovinoso in tale periodo. Il simulacro è attualmente custodito nella chiesa urbana di Santa Vittoria
Nella carta IGM è segnalato l’agiotoponimo "S. Maria" riferito alla zona
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Per la realizzazione della scheda è stato consultato il testo "Semestene e il suo territorio"  di Giovanni Deriu e Salvatore Chessa - info sulla pubblicazione