OSTULE

Ostule: insediamento della​ curatoria Bisarcio, nell'attuale territorio di Nughedu San Nicolò

Denominazioni alternative
Olsthule
 
Localizzazione geografica e situazione attuale
IGM: Foglio 481 sezione IV – Ozieri, scala 1:25000; altitudine ca. 635 metri s.l.m. (chiesa Santi Cosma e Damiano) - toponimi segnalati:                             
IGM: Foglio 480 sezione I – Mores, scala 1:25000; altitudine ca. 520 metri s.l.m. (chiesa Santa Bellina) - toponimi segnalati:                
Il territorio, da sempre prevalentemente adibito all’allevamento, è tuttora interessato dalla presenza di varie aziende agropastorali, con campi per il pascolo, foraggere e qualche boscaglia di lecci e sughere. Dell’antico abitato non si scorgono tracce e l’unico indizio della sua presenza, si ritrova nella chiesa dedicata ai Santi Cosma e Damiano, tuttora officiata; all’insediamento potevano appartenere anche la chiesa scomparsa di quella di Santa Bellina, ora in fase di recupero, che oppure sarebbe appartenuta all’abitato di Ilvensa                                                              
Antica diocesi di appartenenza: Bisarcio
 
Notizie e documenti storici
L’unica fonte nota che ricorda l’insediamento, è il Condaghe del monastero vallombrosano di San Michele di Salvennor, nel quale viene registrato l’atto di acquisto di alcuni territori, tra l’abate Giacomo e Mariano de Tori, della villa di Ilvensa, con riferimento agli abitanti di Ostule che estraevano argilla da alcune colline; nello stesso Condaghe vi sono altri riferimenti, come il nome di un suo chierico, Itocor de Querqui           
Il centro non viene più menzionato ed è probabile che nel periodo dei documenti trecenteschi riguardanti gli abitati sardi, fosse già estinto o insignificante territorialmente e demograficamente, tanto da non venir più annotato e il suo ricordo ricompare nel corso del 1599, anno in cui l’abate di Salvennor, Adriano Ciprario, mosse una causa nei confronti di Giovanni, conte di Castelvì e procuratore del duca d’Oliva, che aveva usurpato alcuni territori vallombrosani sardi, tra cui quello di Ostule, villaggio all’epoca totalmente scomparso. Il Ciprario, a tal riguardo, produsse le schede del Condaghe riguardanti l’antico atto di acquisto, datandole 1221, anno in cui venne istituito il Condaghe stesso, ad opera di Titus, predecessore dell’abate Giacomo Il Fara e i letterati successivi, non nominano l’insediamento, mentre l’Angius scriveva: “Erano altre abitazioni nella regione detta di S. Georgio, in quella che dicono di S. Cosimo e nel salto che ha nome Su de Bacchis. Nel primo luogo appariscono ancora le mura della chiesa e di molte case; nel secondo esiste tuttora la chiesa; ma gli avanzi delle case sono poco considerevoli; nel terzo sono vedute reliquie maggiori, e furono aperte molte sepolture. I nomi di questi paesi non son conosciuti”                           
L’Amadu, a riguardo del monastero scomparso di Gulseri, ipotizzava che questo si sarebbe trovato nell’area compresa tra la chiesa di San Pietro, ora ridotta a rudere e quella di San Cosimo e Damiano 
 
Luoghi di culto
La chiesa dei Santi Cosma e Damiano, tuttora officiata, ha subito recenti trasformazioni ma s’individua qualche antico elemento. Altre chiese che potrebbero essere appartenute a Ostule, erano, a sud-est, San Giorgio ora perduta e Santa Bellina o Balbina, a nord-ovest, interessata attualmente da un’opera di ristrutturazione. Quest’ultima sarebbe avrebbe comunque potuto afferire all’abitato di Ilvensa                                                             
Nella mappa IGM di Ozieri sono segnalati, “S. Cosimo e Damiano”  e “C. S. Giorgio”, inteso come Case; nella mappa IGM di Mores sono segnalati “S. Bellina”, “R. di S. Bellina”  e “Pinn.ta di S. Bellina”   
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Per la realizzazione della scheda è stato consultato il testo  "Il condaghe di San Michele di Salvennor" di Virgilio Tetti - info sulla pubblicazione
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